Finalmente Dingle
Martedì
Arrivederci, Killarney
Devo essere riuscito a trovare la via dell’ostello ieri sera perché quando mi risveglio scopro di essere in camera, nel mio letto a castello con la tenda tirata, nudo, col telefono in carica e la bottiglietta d’acqua sul comodino.
Oggi è un gran giorno perché lascerò Killarney per dirigermi verso la vera meta di questo mio viaggio: Dingle.
Purtroppo ieri sera ho fatto un po’ il monello e oggi ne pago le conseguenze. Ho la testa che mi scoppia e lo stomaco sottosopra.
Ho vaghi ricordi, come al solito, per esempio mi ricordo di essere stato in un bar dove due ragazzi stavano suonando, e altri due ragazzi al bancone hanno fatto amicizia con me. Poi quando la barista ha annunciato che sarebbe stato l’ultimo giro volevano costringermi con l’inganno a pagargli da bere.
Mi ricordo anche della pizza degli indiani, ma poco altro.
Faccio il check-out in ostello, riconsegno le chiavi, saluto e ringrazio, e me ne esco per colazione.
Trovo un caffè all’angolo della strada ma non ho alcun tipo di fame, anzi, ho solo bisogno di liquidi per tenere idratato il mio corpo, perciò ordino un caffè e un te freddo.
Giunge l’ora del bus, arrivo alla fermata e mi faccio il biglietto.
L’autobus 40 arriva stranamente in ritardo, spero di riuscire a prendere la coincidenza a Tralee.
Per fortuna quando arriviamo in stazione a Tralee l’autobus 275 è la fermo che aspetta, quindi non faccio altro che scendere da un autobus e salire sull’altro.
Usciamo da Tralee, qualche curva e poi si apre un mondo.
Paesaggi da togliere il fiato si susseguono oltre il vetro del finestrino, brughiere, pendii erbosi, muretti di sassi per le pecore, colline, fiumi, e ancora brughiere.
In lontananza si vede il mare, vuol dire che ora siamo entrati nella Penisola di Dingle.
E’ una fortuna che non ci siano molte persone in autobus, così posso fare la spola da un sedile all’altro, da un lato all’altro del bus, in modo da vedere un po’ a destra e un po’ a sinistra.
Quello che vedo è bellissimo.
Qualunque foto non potrà mai rendere giustizia a ciò che si vede con i propri occhi.
Dingle
L’autobus arriva a Dingle e scendo.
Per il momento la città può aspettare perché l’unica cosa che voglio fare ora è andare in albergo a mettere giù lo zaino.
Si, questa volta ho prenotato una specie di albergo, stanza riservata con bagno privato.
Dopo aver sbagliato strada finalmente arrivo in questa struttura che scopro essere annessa a un nightclub (poi scoprirò che il nightclub era chiuso da mesi al momento della mia visita), entro e arriva un simpatico ragazzo alla reception.
Mi spiega un po’ di cose, ci scambiamo qualche battuta, mi dice di essere stato fortunato perché in questi giorni a Dingle non pioverà.
Mi fa vedere la stanza e gli chiedo qualche consiglio per il pranzo.
E QUI, AMICI, I MIEI RACCONTI RIGUARDANTI QUESTO VIAGGIO SI INTERROMPONO.
FORSE SONO RIMASTO TALMENTE TANTO COLPITO DALLA BELLEZZA E DAL CALORE CHE HO TROVATO A DINGLE DA DIMENTICARMI DI SCRIVERE IL RESTO DELLA STORIA SUL MIO DIARIO DI VIAGGIO.
IN OGNI CASO VI LASCIO UNA SERIE DI FOTO SCATTATE DA QUI IN POI, NEI GIORNI SEGUENTI, IN MODO DA FARVI AVERE ALMENO UN MINIMO DI TESTIMONIANZA.